Ansia e depressione non sono solo parole ricorrenti nel linguaggio comune: sono due disturbi che, oggi più che mai, rappresentano una vera e propria emergenza sociale. Nonostante se ne parli più apertamente che in passato, la portata del fenomeno e le sue conseguenze restano spesso sottovalutate, soprattutto dal punto di vista del disagio sociale che ne deriva.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), circa 300 milioni di persone nel mondo soffrono di depressione e oltre 260 milioni convivono con disturbi d’ansia. In Italia, secondo l’Istat sono circa 3,7 milioni le persone che ogni anno soffrono di disturbi ansioso-depressivi, una cifra probabilmente sottostimata a causa del mancato riconoscimento o della reticenza nel cercare aiuto.
Ansia e depressione: sintomi, numeri e impatto sociale
Il Rapporto Annuale Istat 2024, assegna nel 2023, all’Indice di Salute Mentale (MH), che misura il benessere psicologico su una scala da 0 a 100, un punteggio medio di 68,7, stabile rispetto al 2022 (69,0) e al 2019 (68,4). Tuttavia, il rapporto evidenzia differenze significative tra gruppi demografici.
- Genere: le donne presentano un punteggio medio inferiore rispetto agli uomini, con un divario di 4,3 punti nel 2023, in aumento rispetto ai 3,7 punti del 2019.
- Età: il benessere psicologico è più elevato tra i giovanissimi (71,0 tra i 14-19enni nel 2023), decresce tra i 20 e i 24 anni (68,6), risale tra i 25 e i 44 anni (quasi 70), e peggiora nelle età più avanzate, raggiungendo il minimo tra le persone dai 75 anni in poi (65,2).
Inoltre, il rapporto sottolinea che il Sud Italia registra le peggiori condizioni di benessere psicologico, con un ulteriore calo dell’indice MH nel 2023.
Le donne risultano colpite da ansia e depressione con una frequenza quasi doppia rispetto agli uomini. Le ragioni non sono solo biologiche, ma anche culturali: le aspettative sociali, la pressione estetica, il carico del lavoro di cura non retribuito sono elementi che contribuiscono al disagio psichico femminile.
Sintomi e classificazioni
Ansia e depressione non sono fenomeni omogenei. Si presentano con una varietà di sintomi, che spesso si intrecciano tra loro. L’ansia si manifesta con preoccupazione costante, insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione e sintomi somatici come palpitazioni o tremori. La depressione si esprime attraverso umore basso persistente, anedonia (perdita di interesse), senso di colpa, stanchezza cronica, pensieri negativi ricorrenti. Le principali forme di depressione includono:
- depressione maggiore: episodi acuti che durano settimane o mesi.
- distimia: forma cronica e meno grave, ma persistente.
- depressione post-partum: associata al periodo successivo alla nascita di un figlio.
- depressione atipica: con sintomi come ipersonnia e aumento dell’appetito.
Le radici del disagio: fattori sociali e culturali
Dal punto di vista sociologico, ansia e depressione sono anche lo specchio di un sistema in crisi. Viviamo in una società in cui la prestazione è continuamente richiesta e misurata. La precarietà lavorativa, l’isolamento, l’iperconnessione e la mancanza di relazioni autentiche sono tutti fattori che alimentano il disagio.
Il fenomeno è aggravato dallo stigma: molte persone evitano di chiedere aiuto per paura di essere giudicate deboli, incapaci o di subire discriminazioni sul lavoro. Questo comporta un ritardo nella diagnosi e nella cura, aumentando il rischio di cronicizzazione.
Inoltre, il disagio mentale è legato a doppio filo alle disuguaglianze economiche. Chi ha un reddito più basso, una rete sociale debole o vive in contesti urbani degradati ha maggiori probabilità di sviluppare disturbi mentali. L’ansia da sopravvivenza e l’impossibilità di pianificare il futuro diventano motori di malessere.
Un costo per la società
Come riportato da Aifa, l’Ocse, stima il costo economico dei disturbi mentali in oltre il 4% del Pil dei Paesi membri. Non si tratta solo di costi sanitari, ma anche di perdita di produttività, assenteismo e disoccupazione. In Italia, si calcola che i disturbi mentali siano la seconda causa di assenza dal lavoro dopo le malattie cardiovascolari.
Ansia e depressione, i rimedi naturali
Poche e semplici ricette, possono certamente contribuire ad alleviare alcuni sintomi. Stili di vita sani come esercizio fisico e sana alimentazione; intrattenere relazioni con gli altri ed impiegare qualche minuto al giorno alla meditazione possono aiutare. In particolare oggi la scienza della nutrizione ha individuato alimenti che sono in grado di sostenere l’umore.
Serve un cambio di paradigma
Affrontare il tema dell’ansia e depressione non è solo una questione sanitaria: è una priorità sociale. Servono campagne di sensibilizzazione, accesso gratuito ai servizi di supporto psicologico, formazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro, e un approccio più umano al benessere mentale.
Smettere di trattare il disagio come un problema individuale e iniziare a vederlo per ciò che è, un problema collettivo e multifattoriale che richiede un approccio che consideri ogni aspetto dell’attività umana e del contesto sociale. Parlarne è il primo passo. Prendersi cura di sé ogni giorno, anche con piccoli gesti, può fare la differenza.